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Venezia: le chiese palladiane

Nonostante l'amicizia con una committenza ai massimi vertici della classe di potere veneziana - tra gli altri i Corner, i Pisani, i Mocenigo, i Barbaro, i Foscari, gli Emo e i Grimani - Palladio approderà in laguna solo per interventi di tipo ecclesiastico e nello spazio professionale e culturale lasciato libero dalla scomparsa di Jacopo Sansovino, morto nel 1570.

Venezia. Chiesa del Redentore

Venezia. Chiesa del Redentore

Nelle chiese progettate a Venezia spiccano sia la rivoluzionaria novità delle facciate che le geniali soluzioni planimetriche: da San Francesco della Vigna e San Pietro di Castello, allora cattedrale di Venezia, passando per San Giorgio Maggiore, fino ad arrivare al Redentore, Andrea elabora il tema del fronte di origine classica, riprendendo in facciata lo sviluppo planimetrico della fabbrica. Delle quattro chiese citate, solo due sono quelle realizzate da Palladio: la facciata della chiesa di San Francesco della Vigna, che si innesta sul corpo sansoviniano dell'edificio e quella del Redentore, intero progetto di Palladio. Negli altri due casi, invece, la realizzazione non corrisponde all'originario progetto palladiano: si tratta, infatti di realizzazioni postume. Non c'è dubbio che le grandi chiese veneziane di Palladio rinviino ad un modello di architettura, che egli aveva più volte studiato e disegnato, durante i suoi molteplici viaggi a Roma: terme, basiliche, templi e mercati costruiscono per Palladio i modelli di un'architettura che egli considerava reale e del tutto riproponibile nel Cinquecento.